Ennesimo episodio a sè stante in perfetto stile Ghost Whisperer. a onor del vero, però, devo ammettere che gli ultimi due episodi del genere non sono stati malaccio, forse perchè l'ambinetazione era insolita e quindi mi ha distratto un po' dal classico intreccio "fantasma della settimana".


In poche parole: Mel e Jim vanno a fare una crociera su una nave che sta per essere pensionata. Come da programma la nave è infestata da centinaia di fantasmi morti nei lunghi anni di attività della baracca. Mel, impegnata nell'occuparsi di una donna che succhia letteralmente la vita da un uomo sulla nave, sbologna al povero Eli (che fortunatamente in quest'episodio fa solo una breve apparizione) i restanti 199 fantasmi che gli lasciano nome e recapiti al telefono perchè lui possa poi sistemare i loro affari lasciati in sospeso. Quando si dice la gioia di essere il capo, eh Mel? Cmq... il fantasma succhia vita si scopre essere una giovane donna innamorata, salita sulla nave di nascosto per seguire il suo uomo ma proprio sul più bello se lo ritrova a baciare un'altra donna. Lei scappa, ha uno stupido incidente e muore sulla nave dove rimane per gli anni a venire cercando la vendetta sul suo ex e prendendo di mira nel frattempo un sacco di poveri e innocenti uomini. Mel ovviamente scopre che si è trattato solo di un equivoco, che l'uomo amava veramente il fantasma e stava solo dicendo addio alla sua ex. Compare la luce, il fantasma se ne va, e sono tutti felici e contenti.


Ma veniamo a noi. Con rimpianto devo dire che Ghost whisperer sembra aver perso quel tocco "gotico" che dava alle sue puntate nella prima e un po' anche nella seconda serie, e che secondo me era una delle sue caratteristiche migliori. Mi piaceva trovarmi fantasmi sanguinanti e apparentemente spaventosi che sbucavano all'improvviso dall'ombra, sebbene poi nessuno di questi (a parte Romano) avesse poi le carte in regola per spaventare effettivamente. Purtroppo anche questo, assieme ai molti interessanti fili narrativi, è andato perso nelle contorte menti degli sceneggiatori.

Pazienza.

Come da programma nessun accenno ancora a quel prezzo che Melinda dovrà pagare se non nel promo della prossiam puntata che, saggiamente, ci informa che solo fra due puntate ne sapremo qualcosa. Ora, aspettando il colpo di scena (che però, dai, son bastati 4 episodi far capire cosa sta per succedere... è un colpo di scena un po' così, diciamo) mi dilungo in elucubrazioni sul discorso del "price".

Io capisco che tu debba pagare un prezzo se hai un superpotere tipo, che sò, Supermen che ti permette di risparmiare sui viaggi aerei, ma se hai un superpotere che non hai voluto, che ti incasina soltanto la vita, che ti sottopone a incubi e visioni, che ha quasi azzerato la tua vita sociale, ma devi pure pagarci un prezzo sopra? Cioè, non è già il fatto di avere questo dono un prezzo? Mah...

Chiusa parentesi. Torniamo all'episodio. Nel suo complesso è comunque piacevole. Jim, per la prima volta in tutte e quattro le serie, credo, ha più di due battute di fila e come il solito il suo personaggio se la cava da magnifica spalla di supporto (nel senso che fa tutto il lavoro sporco mentre Mel se ne sta spaparanzata al sole). Mi è sempre piaciuto come il rapporto tra i due sposini è stato dipinto nel telefilm, lui è il marito ideale di chiunque, di supporto, dolce, innamorato, paramedico, un fisico da modello... che vuoi di più dalla vita? Nelle ultime puntate gli sceneggiatori si sono molto impegnati a sottolineare questa sua personalità, il fatto che sia la stampella su cui Mel si appoggia inevitabilmente, anche senza rendersene completamente conto (o meglio, lei dice a parole di non dare il maritino per scontato ma poi, nei fatti, sembra che un po' lo faccia). Il tutto ovviamente ha un senso visto quello che accadrà fra sole due puntate (speriamo) e per quanto sarà spiacevole, in quel momento, penso sia la strada giusta, l'ultimo treno che Ghost Whisperer può prendere per fare il salto di qualità e non finire nell'oblio.

Dopo un periodo di pausa dedicato a varie ed eventuali torno su Supernatural che, da ottimo prodotto qual'è, non solo non mi delude ma mi regala persino due episodi, uno in fila all'altro, da applausi.
Il primo, girato in bianco e nero, mi ha conquistato sin dal primo fotogramma con il logo della Warner Bros in bianco e nero, appunto, per poi lasciarmi estasiata di fronte alla colonna sonora e assolutamente ammirata alla prima apparizione di "Bela Lugosi" Dracula. Trooooppo bello.
Sarebbe stato perfetto se solo oltre al bianco e nero (citato qui per la terza volta nel giro di poche righe) gli sceneggiatori avessero voluto dare un tono più noir anche a Sam e Dean che invece rimangono perfettamente nei loro personaggi da fighi del nuovo millennio ma tant'è, non si può mica avere tutto dalla vita.
Il secondo episodio è invece geniale non tanto per la trama ma perchè fa salire in cattedra un meraviglioso Dean colpito da un Ghost Deasease che lo rende un cagasotto di prima categoria. Vederlo andare a 20 miglia orarie e non voler svoltare a destra "per il troppo traffico" vederlo urlare come una ragazzina di fronte a un gattino e scappare a gambe levate mentre uno yourkshire con fiocchetto rosa lo insegue abbaiando è a dir poco spettacolare.
Oh, e se per caso vi procurate la puntata 4x06 di supernatural (in modo assolutamente naturale, s'intende) non commettete l'enorme errore di bloccare la riproduzione ai titoli di coda. Lasciate andare avanti il filmato e vi godrete una chicca che vale assolutamente la pena.

Mmm, questione complicata. Io sono una di quelle persone che, come già detto, sente "Serie italiana" e rabbrividisce, ma non perchè io sia esterofila quanto, piuttosto, perchè in molte occasioni le chance che ho datto alle produzioni italiane si sono rivelate occasioni sprecate.
Inizialmente pensavo che la differenza tra noi e oltre oceano fosse soprattutto la recitazione ma con il tempo mi sono ricreduta, un po' perchè da quando seguo i tf in originale mi sono accorta che gli attori cani ce li hanno pure loro, un po' perchè gli stessi attori che mi sembravano pitbull della recitazione in certe serie si sono rivelati poi buoni mestieranti a cinema, teatro o persino in altre serie tv.
Dove sta allora il problema? Credo sia a monte, nell'organizzazione delle reti televisive che non sanno costruirsi un target e mirare prima di sparare a casaccio (gli unici target da noi sembrano essere le famiglie, le casalinghe e gli adolescenti che seguono "Amici" et simili). Ma insomma, a quelli tra i 20 e i 50 anni che hanno visto un po' di tv e magari anche un po' di mondo, che hanno senso critico e non sono imbecilli, non si riesce proprio a dare niente di buono che parli italiano?
E perchè mentre in america hanno capito che si possono cavalcare nuovi media come internet (e ci danno sotto con web-comics, web-episodes e cosine chiamate Lost Expirience) qui da noi i siti di rai e mediaset sono incomprensibili, complicati, statici e noiosi come quelli di 20 anni fa? Ma possibile che con i soldi del canone la rai non riesca nemmeno a pagare un webmaster che dia una rinfrescata a raiclick o raifiction? E su, gente, diamoci una svegliata invece di pontificare a caso sulla crisi della televisione, mandiamo qualcuno in giro su forum e blog di internet, vedi come si possono risistemare un po' le cose anche solo a sentire i pareri delle persone. Non serve nemmeno spendere più soldi, basta usare quella cosa chiusa dentro il cranio...
Mah... di cose da dire ce ne sarebbero ancora a migliori, e per onor di cronaca bisognerebbe anche citare quei due esempi italiani di buoni lavori che sono la Squadra e Quo Vadis Baby, che io non ho seguito interamente (ho solo spizzicato qua e là), ma che comunque si elevano sopra la media fin dal primo fotogramma che guardi, per impostazione tecnica, fotografia, regia, recitazione... ma questo sarà argomento per un altro post.

Post veloce veloce giusto per dire quanto sono incacchiata. Ho appena scoperto che Terapia d'urgenza è stato sospeso. Poco male, direte voi, avevi appena cominciato a seguirlo e manco eri sicura che ti piacesse, dove starà mai il problema?
Il problema è una questione di principio. A tutti i serial-addicted sarà prima o poi capitata la tragedia della sospensione o della cancellazione, di una serie tv che ci piaceva ma che per misteriosi motivi astrologici non riscuoteva successo in patria oppure qui da noi in Italia, ed è rimasto fregato proprio sul più bello. Per questo dovremmo essere tutti solidali nel momento del bisogno: gli spettatori hanno diritto di sapere come finisce una storia, poi, se proprio non vuoi, non rinnovare la serie, buttala nel bidone, fanne quel cavolo che vuoi, ma per la miseria, finisci la trama! Può essere il più atroce abominio mai passato in tv, ma se ho cominciato a seguirlo voglio pure sapere come si conclude.
Sigh.
E che ste cose mi fanno proprio imbestialire, sarà che dai tempi delle trasmissioni smozzicate di Buffy in Italia io non mi sono mai ripresa, ma ora credo che il lato oscuro della forza scorra potente ai piani alti delle nostre tv. Vabbeh, concludo semplicemente lanciando un messaggio nell'etere: se mai qualcuno, in rai o mediaset, dovesse chiedersi seriamente perchè la gente guarda meno le loro reti spostandosi su Sky o (meglio ancora) su internet, provi un po' ad andare ad analizzare il tipo di rapporto che le nostre principali tv hanno costruito con gli spettatori.
UN PO' DI RISPETTO SAREBBE GRADITO, GRAZIE!



Come da programma ieri sera ho guardato terapia d'urgenza e, devo ammettere, nel bene e nel male sono rimasta spiazzata.

Cosa mi aspettavo? Un polpettone medical-soap con pessima recitazione e sporadici atti di eroismo medico in un mare di medica apatia. Cosa invece si è dimostrato?

Beh, innanzitutto non posso dire che si tratti di un polpettone medical-soap, e non posso farlo perchè i due aspetti medico e soap, sono totalmente distinti uno dall'altro.

Da una parte abbiamo il gruppo del cast fisso, medici e infermieri, i cui componenti passano il tempo a intrallazzarsi, baciarsi, flirtare, fare l'amore negli uffici, tutto come da programma senza che di pazienti ci sia quasi l'ombra. Dall'altro lato i casi medici sono affidati tutti ai piazienti stessi, personaggi secondari che entrano ed escono dalla serie tv nel giro di una puntata (più o meno) con cui è difficile avere una vera e propria empatia.

Questo, se da una parte può essere anche realistico (in fondo i medici ti prendono, ti auscultano, ti diagnosticano e poi ti rispediscono al mittente senza tante moine) dall'altro è anche insolito, in particolare dopo i serial medici degli ultimi tempi che ci hanno abituato, mi hanno abituato, a un'interazione tra medico e paziente, sia essa una sfida intellettuale, come quelle che coinvolgono i medici di House, sia una sfida emotiva, tipo quelle di Grey's Anatomy. In terapia d'urgenza, invece, niente di tutto ciò.
Dall'altro lato la cosa che mi ha spiazzato riguarda la recitazione. No, non sono diventati tutti ottimi attori all'improvviso, ma questa serie è un telefilm corale, con molti personaggi, e si è deciso di portare avanti tutte le loro storie contemporaneamente, poco alla volta (anzi pochissimo) ma pur sempre tutto in una puntata. Il che, in termini pratici, significa che ogni attore ha poche battute alla volta.
Geniale.
Non so se l'abbiano macchiavellicamente studiato a tavolino o se sia una fortunata coincidenza astrale, ma anche gli attori scarsi, avendo poche battute, non fanno in tempo a demoralizarti come farebbero in circostanze normali. Quindi pollici in su per questa scelta.

Però, però... ci sono ancora molti però. Innanzitutto il belloccio dell'isola dei famosi che, nonostante le non moltissime battute è credibile come medico quanto io lo sono come astrofisica nucleare di fama mondiale. Poi c'è il personaggio del medicuzzo disadattato sociale, che non sa leggere gli sms e si imbarazza per il solo fatto di respirare, e che dà fastidio come le mosche appena entra in scena (e immagino che la colpa di questo sia da imputare in ugual parte all'attore e a chi ha scritto il personaggio), poi ci sono gli attori bravi, o meglio le attrici brave, che sono relegate a ruoli marginali nel cast fisso (e sto parlando delle due infermiere, la caposala e quella dell'accettazione che si interessa di Gossip come Signorini) a conferma dei miei assiomi sulla recitazione in italia. E poi c'è la mancanza di scene mediche vere e proprie, non si è capito se per mancanza di fondi monetari o per altro, ma possibile mai che in una puntata di due ore non si veda manco un guantino insanguinato? Mah... tutto rientra in quella divisione dei due mondi (soap e medical) di cui ho parlato prima...
In sostanza non sono in grado di dare un giudizio su questa serie, la sospendo in attesa di ulteriore materiale e mi permetto di aggiungere solo che, già il fatto di essere sospesa è positivo. Normalmente non sarei arrivata guardarlo nemmeno fino al primo stacco pubblicitario...

Breve excursus che trascende la singola serie televisiva per andare a parlare di un argomento particolare: gli animali nei telefilm.
Premetto che sono un'animalista convinta, amo gli animali e, se solo potessi, vivrei in un'arca di noè. Forse per questo mi colpiscono molto le comparsate animalesche nelle serie tv che guardo.
Purtroppo (e lo dico con la faccina triste triste) mi sono resa conto che spesso gli animali vengono trattati proprio come animali dagli sceneggiatori che, invece di sfruttare brevi e simpatiche sottotrame, seminano immagini di cani e gatti durante gli episodi lasciando a intendere qualcosa che poi non concretizzano mai.
Non fraintendetemi, quello a cui aspiro non è una Grace Anatomy con gatti che invadono le corsie e pontificano sulle terapie, ne' tantomeno bastardini che si scoprono con i superpoteri e accompagnano Hiro tra scorribande passate presenti e future.
Molto più onestamente mi accontenterei di non vedere le tematiche accennate in alcune serie tipo Charmed o Ghost Whisperer, abbandonate così di botto.
Pensiamo a Streghe. Nelle prime stagioni c'era il gatto Kit quasi onnipresente in ogni puntata, aveva la triscele sul collarino e se la spassava miagolando qua e là. Poi all'improvviso il gatto è sparito (ok, sarà anche morto, ma quanto poteva costare alla produzione prenderne un altro?) e di lui non se n'è saputo più nulla fino a un improbabile episodio dove si scopre che il gatto era in realtà una strega tramutata in gatto che bla bla bla... ma per favore!
D'accordo, d'accordo, si tratta pur sempre di streghe, una serie che negli anni ha saputo scendere la china verso profondità quasi innimmaginabili (nonostante alcuni buoni sprazzi iniziali) ma c'era davvero bisogno di buttare via una sottotrama che poteva diventare interessante? In fondo i familiari per le streghe sono delle specie di protettori/angeli custodi no? non si poteva approfondire un attimo?
E passiamo a tempi più recenti, con quello che è conisderato l'erede di Strehe: Ghost Whisperer. Che fine ha fatto il meraviglioso cane fantasma Homer (uh? ciambelle, qualcuno ha detto ciambelle? no, ok, come non detto...) dicevo, che fine ha fatto Homer? poteva diventare un piacevole diversivo comico, così come lo è stato per le poche puntate in cui si è visto, e invece niente, gettato nel bidone assieme ai buoni propositi per l'anno nuovo.
Ma in questa oscura selva di delusioni mi viene incontro ancora una volta il Maestro, Whedon, che supera il problema a piè pari facendo le pernacchie a tutti gli altri. EGLI (forma di rispetto) non solo lega agli episodi animali non propriamente comuni in televisione (e sto parlando di conigli e ratti) ma lo fa con lo stile e l'ironia che gli sono propri. Ecco quindi che Anya si scopre terrorizzata dai conigli (cosa che ci viene ricordata a più riprese, come nella puntata in cui tutti perdono la memoria o nel fantastico "Once more with feeling"... hehehe... scusate, sto ancora ridendo...) ma anche i topi fanno il loro ingresso trionfale sullo schermo dal momento che una giovane Willow ancora inesperta trasforma la compagna amy in un ratto che per anni vivrà in una gabbietta da criceti.
Ecco, quindi, guardate e imparate gente, perchè le sottotrame, anche quelle animali, arricchiscono una serie e regalano quelle chiecche che solo i migliori possono offrire.

Scrivo il post prima di aver visto anche solo un puntata di questa serie. Perchè? Mah, forse perchè è una delle poche (pochissime) serie italiane che mi ha incuriosito e che ho deciso di guardare il prossimo venerdì.
Andiamo con ordine.
Di solito sento "Serie tv italiana" e mi si accapona la pelle, mi viene lo sguardo stralunato e comincio a girare la testa tipo la bambinetta dell'esorcista, perchè, diciamolo, per chi è abituato alle serie straniere quelle italiane sembrano sempre un po' il parente povero della cugina della portinaia dell'amica della parrucchiera di nostra nonna. Non per essere esterofili, tutt'altro, ma gli attori buoni sono pochi e gli sceneggiatori sembra vengano stipendiati totalmente (e unicamente) dal moige. Quindi, a parte poche sporadiche miniserie di tematiche universalmente accettate (vedi i classici impegnati Perlasca o fiction varie su eroi di guerra civile contro la mafia) beh, apparte loro il panorama è alquanto desolante. Abbiamo sitcom che non fanno ridere neanche mia nonna e la cui unica vera innovazione di genere risale ai tempi dei compianti Raimondo e Sandra, abbiamo polizieschi con attori protagonisti legnosi e analfabeti (vedasi Distretto di Polizia che ha allontanato gli unici attori decenti e relega quelli bravini a ruoli da macchietta amrginale) abbiamo una strafila di soap opera da tagliarsi le vene rievocazioni storiche degli anni 50, 60 o giù di lì noiose come una pubblicità della Barilla.
E allora perchè mai dopo questa prosopopoea acida sulla tv italiana vorrei mai vedere una soap ospedaliera girata con il tipo dell'isola dei famosi e altri quattro scemi? eh... già lo so che dopo venerdì mi vorrò schiacciare i piedi sotto una pressa, che mi maledirò anche solo per aver tentato la visione ma, mannaggia, qui si parla della prima storia lesbica mai racocntata sulla tv italiana in prima serata (oh, e non venitemi a dire che c'è già stato una volta Lino Banfi con quella cagata della figlia lesbica che ha fatto gridare allo scandalo giusto il mio vescovo, perchè allora non vi sto manco a sentire...)
Il fatto è che secondo me si tratta di un momento epocale nella tv italiana, il momento del risveglio. Cercate di capirmi, io sono una whedoniana cresciuta con la storia d'amore più dolce e "magica" (passatemi le virgolette) della tv: quella tra Willow e Tara. Ho visto House divertirsi alle spalle di una 13 bisessuale, ho assistito un po' scettica al bacio tra le due dottoresse di Grace Anatomy alla fine dell'ultima stagione, ho sbirciato qua e la la relazione di uno dei fratelli di Six Feet Under, e solo per citare le storie/flirt/espedienti-per-alzare-gli-ascolti che mi vengono in mente, e mentre il mondo proseguiva su questa strada imboccando vie più o meno giuste, più o meno adatte ai miei gusti, in Italia mi sorbivo Don Matteo (con tutto il rispetto per Terence Hill). Ma ora... ora, mi diranno i più scafati, non cambierà assolutamente niente! Ma non mi interessa, io voglio sperare che la televisione italiana sia cresciuta almeno un po', seppur scopiazzando format spagnoli, seppur in ritardo di dieci anni rispetto agli americani, seppur con i vescovi che pontificano e gli speciali di porta a porta, io voglio dare un po' di fiducia agli sceneggiatori/adattatori con la speranza che non facciano della storia tra l'infermiera Esther e la pediatr Marina una macchietta imbarazzante, ma che non la trasformino nemmeno in una bandiera da sfoggiare con tracotanza al prossimo gay pride televisivo.
Sempre consapevole che Whedon è tutt'altra cosa.

Come volevasi dimostrare, neanche il tempo di cominciare la stagione che già mi ritrovo per le mani il classico episodio alla Ghost Whisperer dove, in pratica, non succede una mazza. Ma perchè? Dio santo, perchè?

In soldoni: Mel riceve la telefonata di una vecchia conoscenza delle superiori che le annuncia che un loro compagno è morto alla tenera età di 27 anni o giù di lì (il che significa che anche Mel dovrebbe avere 27 anni ma mi pare un po' poco credibile, sarà che da quando è dimagrita jennifer love sembra più vecchia... ma torniamo a noi). Bastano poche scene per capire che l'ex compagna l'ha chiamata per un motivo ben preciso "Hey, bellissima, ti ricordi quando al liceo dicevi di vedere i fantasmi e io ti ridevo dietro chiamandoti "Lunatica Mel" hahaha che grasse risate, beh, comuqnue, non è che per caso i fantasmi li vedi sul serio? perchè io mi sentirei un pochino perseguitata..." Bla bla bla, si scopre che la cara amica del liceo, il defunto e un altro scemo hanno assistito alla morte di un tipo dopo un incidente per strada, bla bla bla, hanno nascosto la morte perchè il morto guidava ubriaco, bla bla bla, il morto ha passato gli scorsi 10 anni a sentirsi in colpa, bla bla bla, vuole che gli altri due si sentano in colpa tambien, e li perseguita a questo scopo. Finale dove tutti mettono in piazza i sentimenti, si perdonano a vicenda, e il fantasma della settimana sparisce ingoiato dalla luce. The End.

Ah sì, non vi ho detto che la parte emozionante della puntata sta nei bla bla bla...
A parte il prevedibile trauma di Mel che compiange i suoi anni adolescenziali da pazza incompresa (che poi diciamolo, sta storia va bene una volta, due, ma possibile che hai sempre il complesso delle superiori? Eh dai, seppelliamo l'ascia di guerra, su!) e il fatto che ora Mel si ritrova in ospedale ad ogni puntata quando nelle prime stagioni ci avevano dato ad intendere che lei fosse spaventata dagli ospedali e cercasse di evitarli il più possibile, beh, a parte questo, non c'è molto da dire.
Non succede nulla, come da incipit di post, da annotare solo un paio di vestiti orrorifici che danno l'unico tocco gotico alla serie (il gilet di Eli che mi ha fatto venire i brividi e la gonna grigia con girovita ascellare che Jennifer sfoggia nell'ultima scena... ma il/la costumista dov'era, in ferie?)

Vabbeh... Che dire, questa puntata è l'emblema del perchè la tentazione di dire addio alla serie è tanta ma, d'altra parte, spoiler di rete mi inducono a restare sperando nello scossone decisivo. Attendo speranzosa...

Ok, riproviamoci. Ghost whisperer, season 4.
L'intro della putata, anzi la primissima carrellata, mi fa ben sperare. Si passa da una foto del matrimonio a una di Mel in solitaria, a una di Mel e sua madre. Che sia il sussurro sul plot che attendo per questa stagione con il caro Jim costretto a lasciarci la pelle per concretizzare la profezia delle 5 ombre? Spero ardentemente di sì.
Comunque... La prima scenetta, con Mel che si alza di colpo a sedere sul letto facendoti pensare a uno dei suoi soliti incubi/visioni/colpi-di-genio-momentanei-che-risolvono-il-caso-alla-Jesica-Fletcher è in realtà un simpatico siparietto su lei e Jim che si sono messi sotto perprocreare un piccolo psichico in più al mondo.
Ma passiamo alla trama che dipende fortemente dai due episodi reali (esigenze di contratto, network, attori...) da cui gli sceneggiatori non hanon potuto prscindere, ossia l'introduzione del nuovo personaggio Eli e l'addio al già compianto professor Payne.

In soldoni: Jim è richiamato nel mezzo della notte perchè un grosso incendio è scoppiato all'università e Mel gli corre dietro temendo per la vita del sarcastico amico Payne il quale, però, è vivo e vegeto che zompetta allegro godendosi lo spettacolo del falò. Quello che muore, anche se solo per pochi secondi grazie all'inconfondibile professionalita di Super Jim, è Eli. Quest'esperienza di pre morte, o morte breve, o comunque la si voglia chiamare, ha lasciato ad Eli un bel regalino impachettato, ossia la capacità di sentire i morti (senza però vederli, eh! quella te la danno solo se raccogli 100 bollini alla coop e poi ci aggiungi 9.90 euri) Mel ovviamente si propone come cicerone per il povero Eli cercando di spiegargli come fnziona la questione morti-luce e nel frattempo cerca di aiutarlo a sbarazzarsi del fantasma della sua ultima paziente, morta nell'incendio. La ragazza ha un passato un po' travagliato. E' vissuta in una casa famiglia con un fratello più grande che le è rimsto morbosamente attaccato, e che lei ha difeso, per ben due volte, accollandosi la colpa di incendi che lui aveva appiccato. Per dipanare questi tirbidi legami famigliari Mel si rivolge all'archivio di Grandview, ormai affettuosamente chiamato archivio id Grandiview, dove incontra il ragazzo piromane ed entrambi rischiano di morire. Ma proprio mentre sono lì che boccheggiano come pesci fuori dall'acqua compare il fantasma di una donna che li salva entrambi e preannuncia a Melinda che il suo muoversi costantemente tra il mondo dei vivi e dei morti prima o poi le costerà un prezzo. Ovviamente ulteriori spiegaizoni su quanto, o chi questo prezzo sia, sono da dilatarsi nei futuri episodi. Fine puntata strappalacrime e un po' scontato con Payne che, dopo essere stato un animale esotico in perenne addio per tutta la puntata (con l'ufficio semisbaraccato e quello sguardo da lucciconi mentre parla della "straordinaria" Mel) si concede l'ultimo abbraccio con la sua medium preferita prima di scomparire all'orizzonte destinazione Himalaya ( o nuova sit-com sulla cbs). The end.

Ok. E' un episodio in pieno stile GW per di più vincolato, come già detto, dall'introduzione del nuovo personaggio e dall'addio a Payne. Non penso ci si potesse aspettare molto di più di questo episodio tiepido. Ci sono un paio di cose che, secondo me, vale la pena sottolineare. Da una parte l'arrivo di Eli (e di Jamie Kennedy) che mi ha sorpreso positivamente perchè mi aspettavo un attore e una trama più grossolana e invece la sua introduzione non mi è dispiaciuta, dall'altra devo anche dire, però, che la recitazione generale di questo episodio mi è sembrata un po' più forzata del solito. Passi per Jim che quando riporta in vita Eli esulta come al palazzetto dello sport, ma anche certe espressioni di Mel (in particolare quelle mute, senza dialogo) mi sono sembrate fuori posto. Mah... ammettendo che abbiano girato queste scene per prime della 4° serie le considererò l'equivalente di un po' di acido l'attico: la spiacevole ma necessaria conseguenza di chi riprende l'attività dopo una pausa.

Da qualche igorno ormai sono qui a cincischiare senza trovare il "coraggio" di guardare la prima puntata della quarta stagione di Ghost Whisperer. E no, non è perchè sono un cuore talmente debole che persino le mini scenette horrorifiche di questo telefim mi spavention quanto, piuttosto, perchè temo da morire gli sceneggiatori di questa serie, la loro incoscienza e la loro banalità accoppiata a brevi sprazzi di autentico e addestrato genio.

Spiego.
Ghost Whisperer è una serie tv con potenziale, che mi ha dato uno tra i migliori finali di stagione mai visti (quello della prima serie) paragonabile nella mia speciale classifica solo al finale della seconda stagione di Alias. Dopo cotanto colpo di scena finale il mio subconscio ha, di fatto, dato ampio credito a Melinda Gordon e Co, permettendomi di seguire una seconda stagione carina ma non eccezionale e una terza stagione disastrosa (e sì, vabbè che c'era lo sciopero degli autori e balle varie, ma insomma...)
Il punto è che ora il credito è stato tutto consumato: o questa stagione mi darà un buon motivo per seguirla (uno scossone, un vero approfondimento dei personaggi, delle tematiche più mature o anche solo il ritorno di Romano) oppure sarò costretta ad abbandonare Grandview per raggiunti limiti di piattezza celebrale.
E dico costretta non a caso perchè, ribadisco, il potenziale c'è e ogni tanto si è intravisto nella seconda e persino nella terza stagione (ho particolarmente apprezzato la diverse puntate con Payne e sua moglie).
Insomma, io cincischio, sperando che un personaggio in particolare muoia come si spoilera in giro e sperando che questa dipartita mostri un lato più drammatico e intimista della piccola Mel. Spero che Delia esca dall'ombra e si proponga come un personaggio antagonista ma costruttivo con un motivato scetticismo sul mondo del paranormale, e spero che Ned vada al college, tanto non ci capisco che ci sta più a fare attorno alla piazzetta con la statua dei due reduci se non la bella statuina del caso. Ma soprattutto, sopra ogni cosa, spero ardentemente che gli sceneggiatori smettano di inserire personaggi che vedono, sentono, parlano, sognano, i fantasmi, perchè se vogliono farmi credere che la protagonista sia in qualche modo "Speciale" devono davvero finirla di tirare fuori dal cappello un medium dei poveri ogni volta che sono a corto di idee genuine.
E se voi che avete lett fin qui siete anche solo un po' fan di Ghost Whisperer, o siete solo amanti degli spoiler, sapete già, come me, che questa sarà la mia ultima stagione di Ghost Whisperer.

Diciamolo, questa serie di Supernatural mi sembra partita con i fiocchi, non solo perchè ha introdotto una tematica che fin'ora era stata solo sfiorata (quella di Dio e degli angeli) ma anche perchè ha associato proprio al più scettico dei fratelli un angelo privato. E questa puntata Dean centrica (oh yes!) permette proprio uno sguardo su quest'inedita coppia. Ma veniamo a noi... In the beginning, titolo appropriato dal momento che Dean, un po' come un novello Micheal J. Fox, si ritrova spedito nel lontano 1973, quando sua madre e suo padre sono alle prese con i genitori di lei e la proposta di matrimonio del giovane Winchester deve ancora concretizzarsi. Date queste premesse la puntata potrebbe essere anche un banale polpettone sulla scia dei ricordi di una madre morta, ma invece gli sceneggiatori che mi fanno? Ta-da-aaaaaa mi resuscitano un vecchio amico dagli occhi colorati. E' proprio il demone dagli occhi gialli il vero e assoluto protagonista della puntata, cattivo come nelle prime serie, diabolico e macchinoso, e se anche per un attimo (un solo attimo però) ho pensato che fosse una mossa sbagliata riproporlo dopo l'incomparabile e sadica cattiveria di Lilith, ho avuto immediatamente modo di ricredermi e cospargermi il capo di cenere perchè meglio del demone dagli occhi gialli, diciamolo, non poteva esserci.

In soldoni: Castiel spedisce Dean nel 1973 con il compito di "Fermarlo" (chi cosa, dove o perchè non si sa). Qui, nel remoto passato, il giovane Winchester si imbatte in suo padre e, soprendentemente, in una certa cacciatrice di nome Mary, che qualche anno dopo sarebbe diventata sua madre. Dopo aver fatto conoscenza anche dei nonni materni scopre che il demone dagli occhi gialli è al lavoro in zona per preparare il progetto che finirà per coinvolgere anche Sam. Deciso a fermarlo (e credendo anche di rispondere agli ordini di Castiel) si mette alla caccia del demone che, non solo gli sfugge ma riesce in ogni caso a stringere con Mary il patto che la porterà alla morte. Titoli di coda su Dean che si risvelgia nel presente quando Azazeal gli rivela che il suo compito non era fermare Castiel ma suo fratello Sam, che ha intrapreso una strada incerta e imprevedibile. Continue...

Se da un certo punto di vista questa puntata non da altri indizi sul perchè o sul percò Dean sia tornato dall'inferno, e nemmeno rivela molto del poco angelico guardiano che si ritrova (ma dico, le ali nere di quando si è rivelato, mica saranno dotazione canonica di un angelo per bene, o no?) lascia però aperto un portone per la storyline dell'intera serie, implicando uno scontro futuro tra i due fratelli e un piano ancora più grande e pericoloso orchestrato dal demone con gli occhi gialli. Gran bella puntata, anche leggermente sopra la media di una serie che comunque dà parecchie soddisfazioni, che lascia quel gusto di acquilina in bocca che mi fa aspettare con ansia il prossimo episodio.

Cosa si nasconde dietro la calzamaglia? Quali turbe psichiche attanagliano i nostri eroi, quelli con il mantello e i simboli minimalisti disegnati sul petto? E sarà poi vero che in fondo le persone hce ci circondano possono sempre rientrare nelle tre semplici categorie dei fighi, gli sfigati e i tenebrosi-lupi-solitari-tendenzialmente-maniaci-assassini-ma-quasi-quasi-ci-faccio-un-pensierino-pure-io?
Le risposte nella prima puntata di No Heroics.
Cominciamo tagliando la testa al toro: si parla di supereroi ma no, non mettetevi subito le mani nei capelli, perchè siamo molto lontani da quel noioso/incompiuto heroes che ci ammorba dagli schermi televisivi (sono drastica? ma, forse un filino cmq...) questo telefilm è una bella promessa, una visione comica nel mondo dei superpoteri, dove gli eroi in calzamaglia (sì, sì, proprio tutti in calzamaglia!) si rilassano al bar dopo il lavoro, si raccontano le prioprie sfighe amorose a cui cercano un disperato rimedio, e concorrono in una personale gara di popolarità contando il numero delle loro apparizioni televisive.
Forse non brilla di estrema originalità (ricordo di aver letto un fumetto americano, un po' di tempo fa, le cui protagoniste - anche queste supereroine in calzamaglia - erano la versione a fumetti di sex and the city... vabbeh, se mai mi ricordassi il titolo faccio un appunto, eh!) cmq in tempi di supereroi che si prendono troppo seriamente (vedi heroes, appunto) una ventata di aria fresca non fa mai male.
Insomma, io gli darei una chance, c'è la possibilità che una sbirciatina al vero, duro, mondo dei supereroi, si rivili più divertente di quanto sospettassimo.

Sono un'appassionata di telefilm.
Considero le serie tv il vero prodotto televisivo (ma che reality, ma che show a quiz, ma che repliche e repliche di via col vento e dei 10 comandamenti...) e io ne sono totalmente dipendente.
Amo alla follia Joss Whedon (per il quale sto meditando un altarino votivo in casa con i dvd delle sue serie) sono terrorizzata da JJ Abrams (perchè conosco il potere attrattivo delle sue idee e la delusione che mi lasciano le tante domande che pone senza dare una convincente risposta) sono affascinata dai personaggi di House e Dean Winchester; guardo speranzosa (e facendo tutti gli scongiuri del caso) a una quarta stagione di Ghost Whisperer e ho scoperto, tramite Medium e Saving Grace, due meravigliose attrici come Patricia Arquette e Holly Hunter. Insomma, avete capito che genere di consumatrice io sia. Ma c'è dell'altro. Io amo i telefilm come genere. Non solo quelli che seguo ma anche quelli che non seguo. Amo la struttura, amo come attraverso 13 o 22 puntate che siano si possono approfondire i personaggi e le storie (molto più che in un film). Amo come permettono di travalicare i generi e come i bravi autori riescano ad alternare puntate di taglio comico ad altre di taglio drammatico senza perdere di coerenza.
Insomma, dei telefilm amo tutto, ma proprio tutto, e per discutere di loro e su loro ho aperto questo blog.
Fatevi avanti, gente, commenti, opinioni, suggerimenti sono sempre i benvenuti.